La sua attività e il modo in cui la svolgeva altro non erano che la manifestazione diretta dell'approccio interiore che egli aveva avuto con gli insegnamenti del Buddha. Approccio globale che egli definiva Buddhayana, un solo buddhismo, in cui le diverse tradizioni provenienti da Paesi e contesti culturali differehti dialogavano tra loro e ritrovavano quella unità di base nella diversità delle manifestazioni. Anche in ambito culturale, Vincenzo si preoccupò di creare strumenti di diffusione del buddhismo in modo ampio e capillare.
Se tutto è illusione, maestro, chiese il discepolo a Marpa che piangeva la morte improvvisa del figlioletto, anche questa è illusione. Si, rispose Marpa, però questa è una grande illusione.
Prendimi per mano.
Cammineremo.Cammineremo soltanto.
Sarà piacevole camminare insieme.
Senza pensare di arrivare da qualche parte.
Cammina in pace. Cammina nella gioia.Il nostro è un cammino di pace.
Il nostro è un cammino di gioìa.
Poi impariamo
Che non c'è un cammino di pace;
Camminare è la pace;
non c'è un cammino di gioia;
camminare è la gioia.
Noi camminiamo per noi stessi.
Noi camminiamo per ognuno
Sempre mano nella mano.Cammìna e tocca la pace di ogni ìstante.
Cammina e tocca la gioia di ogni istante.
Ogni passo è una fresca brezza.
Ogni passo fa sbocciare un fiore sotto i nostri piedi.
Bacia la terra con i tuoi piedi.
Imprimi sulla terra il tuo amore e
la tua gioia.La terra sarà al sicuro
Se c'è sicurezza in noi.
(La poesia, scelta personalmente da Vìncenzo, si legge sul numero 68 di Paramita)
Una volta pronti ad abbandonare questo corpo con cui siamo abitualmente identificati, forse avremmo potuto non perdere consapevolezza, come invece fa la maggior parte di rìoi, e liberarci dalle nostre catene nella chiarezza mentale e affettiva che in quel momento si affaccia in modo potente e che i tibetani chiamano 'la luce chiara', lo stato di saggezza che ci permette di riconoscere e dissolvere le nostre ostruzioni mentali di tipo emotivo ed intellettuale. E di risvegliarci per sempre.
Vincenzo non ha rilasciato molte interviste. La più lunga è stata quella raccolta da Roberto Minganti e Fiorella Òldoini per la rivista Duemilaeuno, n. 59, Roma, novembre-dicembre 1996. Ne riportiamo alcune parti che ci tratteggiano alcuni momenti della sua vita, la sua idea sul significato di “sangha” e le sue speranze per il futuro del Buddhadharma in Italia. Ringraziamo la redazione di Duemilauno per avercene permesso la pubblicazione.