Vincenzo non ha rilasciato molte interviste. La più lunga è stata quella raccolta da Roberto Minganti e Fiorella Òldoini per la rivista Duemilaeuno, n. 59, Roma, novembre-dicembre 1996. Ne riportiamo alcune parti che ci tratteggiano alcuni momenti della sua vita, la sua idea sul significato di “sangha” e le sue speranze per il futuro del Buddhadharma in Italia. Ringraziamo la redazione di Duemilauno per avercene permesso la pubblicazione.
Vincenzo Piga
Che per me personalmente c'era bisogno. Penso che stabilire relazioni con altri sia meglio che stare da soli: la cultura occidentale è ricchissima e così pure quella orientale. ma in entrambe ci sono delle unilateralità; attivando gli scambi culturali (e non solo quelli economici che rischiano di assorbire tutta l'attenzione dei Governi) si facilita una integrazione delle diverse culture.
La scelta dei piccoli passi dal canone riportati nella quarta pagina di copertina di Paramita per ogni annata a partire dal 1991 ha sempre rappresentato per Vincenzo un 'attività importante per dare ai lettori dei suggerimenti dalla Dottrina su cui poter riflettere. Ve li vogliamo riproporre così come ce li ha lasciati: punti su cui ripensare, da ricordare e meditare.
Vincenzo Piga
La mia convinzione è che il futuro della diffusione del Dharma in Italia sia strettamente condizionato dal rapporto che il Dharma riuscirà a stabilire con la cultura italiana, intendendo cultura nel senso più ampio, comprensivo anche della sfera religiosa. Il Dharma dovrebbe adattarsi alla cultura italiana in maniera tale da poter confrontarsi, senza considerarli orientamenti estranei alla propria tradizione, con una cultura razionalistica, antidogmatica, empiristica, pluralistica: con una cultura liberale e libertaria che poggia da due millenni oramai su basi cristiane.
Vincenzo Piga è stata una figura centrale per molti di coloro che ancora oggi si trovano ad operare per rendere viva la presenza del Dharma nel nostro paese. La sua energia, le sue idee a getto continuo, la sua intraprendenza hanno reso possibile molte di quelle realtà, in ambito buddhista, che oggi sembrano un dato acquisito, ma che per i pionieri come lui sono state fonte di notevole impegno, preoccupazioni e ‘arrabbiature’, per le quali era anche molto famoso.