01 Apr Editoriale DHARMA 32 – Vitamine per il dialogo
Le religioni, date per morte nel XX secolo, all’inizio del terzo millennio, contro ogni previsione dei teorici della modernizzazione, sono ritornate ad essere un fattore di estremo interesse per il ruolo che stanno prendendo nelle scelte politiche sia a livello locale che nei rapporti internazionali.
Dopo il crollo del muro di Berlino avvenuto venti anni fa si pensava che la guerra fredda e la divisione del mondo in due zone di influenza fossero terminate e che il modello della democrazia liberale sarebbe stato il modello di successo per tutti. Ma questo non è avvenuto: inaspettatamente nuove entità, nuove divisioni si sono affacciate sulla ribalta internazionale culminando in quel fatidico 11 settembre 2001, anno che le Nazioni Unite avevano proclamato come “anno del dialogo tra le civiltà”, che ha portato a quello che alcuni hanno definito come lo scontro tra le civiltà, creando una frattura tra “the West”, l’Occidente, e “the rest”, ovvero il resto del mondo.
Si è sviluppata negli ultimi vent’anni una crisi di identità sempre più forte che ha portato alla nascita di forme di confronto, talvolta anche tragiche a livello internazionale, in cui il fattore religioso è diventato sempre più importante come affermazione di un’identità che si sente perduta e che si cerca di riacquisire anche in modo confuso proponendo un ritorno a una “ tradizione” che talvolta è soltanto un’utopia e non un reale portato storico, come per esempio è accaduto in Afganistan al tempo dei Talebani, che proibivano di ascoltare la musica popolare e di far volare gli aquiloni, sport nazionale da sempre, mentre favorivano il gioco del calcio – certamente non tradizionale in quel paese!
Anche in Italia, nel corso degli ultimi anni la presenza di etnie e religioni diverse ha dato luogo alla creazione di nuove dinamiche sociali. Infatti su una civiltà fondamentalmente mono-confessionale si sono innestate altre realtà attive e presenti come quella delle comunità islamiche o delle comunità ortodosse, le realtà provenienti dall’oriente come il buddhismo e l’induismo, le realtà protestanti soprattutto pentecostali, sempre più forti nel nostro paese. Questa presenza multipla ha diritto alla “piena cittadinanza” , ad essere protagonista nel dialogo tra le componenti politiche e sociali del nostro paese in modo da poter dare il proprio apporto . E’ una realtà inevitabile.
La globalizzazione e la comunicazione sempre più veloce legata a Internet accrescono la necessità di gestire le nuove forme di incontro e dialogo attraverso formule di convivenza che consentano di vivere armoniosamente insieme. C’è una crescente necessità di imparare a parlarsi l’uno con l’altro, in modo armonico a trovare linguaggi comuni per creare una sicurezza condivisa. E in questo un ruolo importante lo hanno le religioni, fonte di identità civile nelle relazioni nazionali e internazionali. Religioni non più oppio dei popoli ,ma “vitamine” per costruire possibilità di incontro e creare una cornice ideale in cui sviluppare un dialogo tra le civiltà come modello alternativo per un nuovo mondo possibile.
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