01 Mar Editoriale DHARMA 35 – Spazio Urbano Protetto
di Maria Angela Falà
In una situazione locale, nazionale e internazionale difficile, segnata da una crescente crisi di significato sui fondamenti del diritto civile, della partecipazione alla Res pubblica, vista come lontana e sorda alle istanze del singolo, forse un solo sogno ci può salvare.
In questa situazione in cui tutto sembra più in crisi, a livello sociale, politico ed economico come Fondazione Maitreya abbiamo formulato una sfida: aprire nel cuore della vecchia Roma, in una via tranquilla e silenziosa del rione Monti, via Clementina 7, un luogo che possa divenire uno spazio/laboratorio per le idee a venire. Uno spazio urbano protetto, che sia un incubatore di riflessioni, proposte, visioni che trovino nel Dharma fra loro linfa profonda, tramutando i principi dell’insegnamento in pratica vita quotidiana. Una visione per ridare ossigeno a una realtà che si sta soffocando, che sta sprecando la preziosità della vita umana che ci è dato vivere. Con la nozione “Protetto” abbiamo inteso dare vita a un campo–sistema armonico, capace di generare una fabbrica di “senso” per produrre ed accrescere conoscenze, esperienze ed emozioni, un format che darà “protezione” alle vecchie e nuove creatività che ciascun vorrà apportare , dove Silenzio, Opportunità e Senso (S.O.S.) si interscambino e creino condizioni protette di “armonia”.
Il Dharma del Buddha non è un insegnamento esoterico per pochi, né una moda, né un ripetere automaticamente modelli estranei alla nostra vita. Il Dharma è vivo quando diventa vita vissuta, centro della nostra esperienza e ci apre a una visione panoramica, attenta ai meccanismi che governano le nostre azioni.
Lo spazio urbano protetto di Maitreya è in questo senso lo spazio privilegiato per usare il Dharma come mezzo per vivere degnamente con noi stessi e gli altri. Per dialogare con il mondo che ci circonda, per essere attenti a come facciamo le cose e trasmettere la nostra cura e attenzione compassionevole all’ambiente umano e non, che condivide con noi la presenza “qui e ora”.
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