18 Ago Canone – Abbandonare il negativo
Se conosciamo quali sono le abitudini negative, non possiamo far altro che
evitare di seguirle.
Appunto perché, o bhikkhu, gli uomini
non conoscono, così come io lo conosco, il
frutto del donare generosamente, per
questa ragione essi godono nel non dare e
la macchia dell’avarizia prende possesso
del loro animo. Questa massima ha
enunciato il Sublime, e per questo così vien
detto:
Se gli uomini sapessero,
com’è stato detto dal grande saggio, quale
grande frutto apporta
la generosità nel donare,
rimuovendo la macchia dell’avarizia,
purificandone l’animo,
elargirebbero a tempo giusto fra gli ariya,
poiché un gran frutto proviene dal donare.
Avendo elargito abbondante cibo in elemosina
a coloro che ne sono meritevoli, al termine
dell’umana esistenza
i donatori vanno in mondo celeste.
E quelli che vanno in mondo celeste
godono colà dell’appagamento dei loro desideri;
non essendo stati avari,
godono il frutto della loro generosità.
Questa massima ho sentito enunciare
dal Sublime.
Questo ho sentito dire dal Sublime, dal
Santo: quali che siano, o bhikkhu, le azioni
profittevoli condizionanti rinascita, esse
non valgono però tutte insieme la
sedicesima parte dell’amore e della
compassione; amore e compassione, in
verità, quelle superando, brillano,
rifulgono, risplendono.
Proprio come, o bhikkhu, la luce di
qualsivoglia stella non vale neanche la sedicesima
parte di quella della luna, poiché
la luce della luna, quella superando, brilla,
rifulge, risplende, proprio così, o bhikkhu,
quali che siano le azioni profittevoli
condizionanti rinascita, esse non valgono
tutte insieme la sedicesima parte
dell’amore e della compassione;
benevolenza ed emancipazione dell’animo
infatti, quelle superando, brillano,
rifulgono, risplendono.
Proprio come, o bhikkhu, nell’ultimo
mese delle piogge autunnali, dissolvendosi
le nubi nel cielo che si rasserena, il sole,
superando la nebbia, disperdendo la
foschia in ogni regione del cielo, brilla,
rifulge, risplende; proprio così, o bhikkhù,
quali che siano le azioni profittevoli
condizionanti rinascita, esse non valgono
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tutte insieme la sedicesima parte
dell’amore e della compassione; amore e
compassione infatti, quelle superando,
brillano, rifulgono, risplendono.
Proprio come, o bhikkhu, di notte verso
l’alba la stella del mattino brilla, rifulge,
risplende, proprio così, o bhikkhu, quali
che siano le azioni profittevoli
condizionanti rinascita, esse non valgono
tutte insieme la sedicesima parte
dell’amore e della compassione; amore e
compassione infatti, quelle superando,
brillano, rifulgono, risplendono.
Questa massima ha enunciato il
Sublime, e per questo così vien detto:
A chi intento coltiva illimitato amore,
realizzando la distruzione delle basi della
rinascita
sono tenui i legami.
E se colui il quale con animo puro
Dimostra amore per un solo essere vivente
acquista perciò del profitto,
un più grande profitto acquista l’ariya
compassionevole verso tutti i viventi.
Quei saggi sovrani i quali,
conquistati popolosi territori,
andarono in giro offrendo sacrifici
(sacrificio del cavallo, sacrifici umani,
sacrifici con la lancia, sacrifici di soma
dai copiosi risultati),
non ottennero la sedicesima parte di ciò che
ottiene colui
che ha l’animo intonato all’amore
(come lo splendore della luna supera
quello di tutte le stelle insieme).
Colui che non uccide e non fa uccidere, che non
opprime e non fa opprimere,
è amichevole verso tutti i viventi ed a lui
nessuno è ostile.
Questa massima ho sentito enunciare
dal Sublime.
T E S T I
C A N O N I C I
Abbandonare il negativo
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