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Editoriale DHARMA 34 – Per amici che non ci sono più

“Se ci accorgeslogo-fondazionesimo che un giorno è in sé un’intera vita che va, alternativamente, dal risveglio al sonno e dal sonno al risveglio senza interruzione, comprenderemmo in profondità che una vita è fatta di mille vite, e che ciascuna di queste vite è, a sua volta, fatta di infinite vite, finché non si decida risolutamente di uscire, una volta per tutte e senza ripensamenti, da questo ciclo naturale e indispensabile.”  Queste parole sono del maestro zen  e amico Massimo Daido Strumia, che ci ha lasciato il 21 ottobre scorso,  e ce ne ricordano  la profonda esperienza  umana e di praticante.

Nell’ultima parte dell’anno appena passato molti sono stati coloro che hanno dedicato la vita al Dharma e al dialogo e che ci hanno lasciato, come ricordiamo nelle nostre pagine: il maestro di dialogo Ramon Panikkar, il  pioniere dello zen occidentale Robert Aitken Roshi, la teologa italiana Adriana Zarri, il maestro Daido Strumia  accanto ad altri uomini e donne,  che ci sono stati cari e che sono andati al di là.  E’ questo il nostro semplice destino, un appuntamento che non possiamo evitare e per cui dobbiamo apprendere a lasciare andare, quando il momento è giunto.

Ricordo di  Daido Strumina, della  sua risata e della sua ironia,  della festa di commiato da lui voluta al suono delle musiche che amava,  una festa tra amici perché anche la morte può essere vista come “Festa” celebrazione di un  momento sacro, quando restituiamo quella vita che ci è stata data in prestito per un certo tempo e in cui abbiamo avuto la possibilità di realizzare la nostra essenza fondamentale.  Tante vite, tante morti, tanti passaggi, difficili spesso da accettare, che ci portano ad essere tristi per chi non c’è più, ma che non possiamo che  accettare e far sì che siano di ispirazione, perché l’esperienza di colui o colei che  ci ha lasciato maturi in noi e cresca per il bene di tutti gli esseri senzienti di ieri, di oggi e di domani.

Grazie  Daido e a tutti coloro che nelle nostre vite sono stati maestri consapevoli e inconsapevoli e che oggi non sono più con noi, grazie per ciò che ci avete trasmesso e che la nostra riconoscenza e il nostro sorriso vi accompagni e ci renda migliori.