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Canone – Spegnere la rabbia

In tante situazioni, talvolta anche non aspettandocelo, sorge forte dentro di noi la rabbia, l’ira verso gli altri. Il Dharma ci indica alcuni modi per spegnere questo fuoco bruciante.

Nella vita di ogni giorno spesso ci dobbiamo confrontare con la nostra reattività nei confronti degli altri. La rabbia sale come un fuoco a cui si aggiunge sempre combustibile e ci pervade impedendoci di avere una visione chiara delle persone e delle situazioni. Siamo accecati dalla rabbia, come si è soliti
dire, una metafora quanto mai precisa. Come togliere questo velo dagli occhi? Nel sutra
dell’Anguttara Nikaya III 186 che andremo a leggere – tratto da Canti e Recitazioni di
Plum Village, Nobile Editore, 2000) – ce ne viene data indicazione: in tutte le situazioni cerchiamo di guardare il lato positivo presente, anche se è piccolissimo e tende a sfuggirci. Saperlo trovare è un grande passo avanti nella pratica. E quando non riusciamo a vedere neanche il più piccolo barlume
di positività allora attiviamo la nostra capacità di vedere la sofferenza che si nasconde dietro
la negatività dell’altro e facciamo sorgere la compassione e l’amore al posto della rabbia
e dell’odio. Non è semplice. Anche nellesituazioni facili dobbiamo essere attenti
per esempio a non farci prendere da gelosie nei confronti di chi ci sembra più felice
e fortunato. È un continuo addestramento in ogni momento, in ogni relazione.
Addestriamoci ad essere sempre attenti e consapevoli , solo così non cadremo
nei tranelli brucianti delle nostra reattività.

Ho udito queste parole del Buddha una
volta che si trovava al monastero di
Anathapindika, nel boschetto di Jeta, nei
pressi della città di Sravasti.
Un giorno il Venerabile Sariputra disse
ai monaci: “Amici, oggi vorrei condividere
con voi i cinque modi di porre fine alla rabbia.
Vi prego di ascoltare con attenzione e
di mettere in pratica ciò che vi insegno”. I
bhiksu acconsentirono ad ascoltare con attenzione.
Il Venerabile Sariputra disse: “Quali sono
i cinque modi di porre fine alla rabbia?
“Cari amici, questo è il primo modo.
Poniamo che qualcuno non si comporti con
voi in maniera gentile, ma che a parole lo
sia. Se vi arrabbierete con quella persona,
ma sarete saggi, saprete come meditare per
porre fine alla vostra rabbia.
“Amici, immaginate un monaco che pratica
l’ascetismo e indossa un abito fatto di
ritagli di stoffa. Un giorno, passando a
fianco di un mucchio di rifiuti, pieno di
escrementi, urina, muco e molte altre cose
maleodoranti, si accorge che nel mucchio
c’è uno scampolo ancora intatto. Usando la
mano sinistra, raccoglie il pezzo di stoffa e
con la mano destra ne prende l’altro capo e
lo distende. Vede che non è strappato e
non è macchiato da escrementi, urina, sputi
Spegnere la rabbia

In tante situazioni, talvolta anche non aspettandocelo, sorge forte dentro
di noi la rabbia, l’ira verso gli altri. Il Dharma ci indica alcuni modi per spegnere
questo fuoco bruciante.
o altre sostanze maleodoranti. Allora lo
piega e lo mette via per portarlo a casa, lavarlo
e cucirlo al suo abito di ritagli di stoffa.
Amici, allo stesso modo, quando le azioni
di qualcuno non sono buone, ma le sue
parole sono gentili, per mettere fine alla
nostra rabbia non dovremmo considerare
le sue azioni non buone, ma prestare attenzione
soltanto alle sue parole gentili. Il saggio
dovrebbe praticare in questo modo.
“Cari amici, questo è il secondo modo.
Poniamo che qualcuno si comporti con voi
in maniera gentile, ma che a parole non lo
sia. Se vi arrabbierete con quella persona,
ma sarete saggi, saprete come meditare per
porre fine alla vostra rabbia.
“Amici, immaginate che non lontano dal
villaggio ci sia un lago profondo, la cui superficie
è coperta da alghe ed erba. Vedete
qualcuno che si avvicina al lago, ha molta
sete e patisce il gran caldo. Si toglie i vestiti,
si tuffa e, usando le mani per spostare le
alghe e l’erba, si gode il bagno e beve l’acqua
fresca del lago. È la stessa cosa, amici,
quando le parole di qualcuno non sono
gentili, ma lo sono le sue azioni. Non prestate
attenzione alle parole di quella persona,
siate solo attenti alle sue azioni, in modo
da riuscire a porre fine alla vostra rabbia.
Il saggio dovrebbe praticare in questo
modo.
“Cari amici, questo è il terzo modo.
Poniamo che qualcuno, scortese sia nelle
azioni che a parole, abbia comunque un po’
di gentilezza nel suo cuore. Se vi arrabbierete
con quella persona, ma sarete saggi,
saprete come meditare per porre fine alla
vostra rabbia.
“Amici, immaginate che qualcuno arrivi
a un incrocio. Costui è debole, assetato,
malridotto, accaldato, triste e molto addolorato.
Giunto all’incrocio vede l’impronta
di un bufalo con dentro un piccolo ristagno
di acqua piovana. Egli pensa: ‘C’è pochissima
acqua in questa impronta di bufalo. Se
usassi la mano o una foglia per raccoglierla,
la agiterei e la renderei fangosa e imbevibile.
Perciò non potrei dissetarmi né dare
sollievo all’arsura e alla sofferenza che provo.
Quindi dovrò abbassarmi con le braccia
e le ginocchia a terra, avvicinare le labbra
all’acqua e berla direttamente’. Subito dopo
fa proprio così. Amici, quando vedete
qualcuno le cui azioni e parole non sono
gentili, ma che ha comunque un po’ di gentilezza,
non prestate attenzione alle sue
azioni ed alle sue parole, ma a quel poco di
gentilezza che c’è nel suo cuore, in modo
da porre fine alla vostra rabbia. Il saggio
dovrebbe praticare in questo modo.
“Cari amici, questo è il quarto modo.
Poniamo che qualcuno compia azioni non
gentili, parli in maniera non gentile e nel
suo cuore non vi sia nulla che si possa definire
gentile. Se vi arrabbierete con quella
persona, ma sarete saggi, saprete come meditare
per porre fine alla vostra rabbia.
“Amici, supponete che qualcuno si am-
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mali durante un lungo viaggio. È solo e
completamente esausto, lontano da qualsiasi
villaggio. Cede alla disperazione sapendo
che morirà prima di completare il
suo viaggio. In quel momento si avvicina
un’altra persona e, vedendo la situazione
di quest’uomo, lo prende per mano e lo
conduce al villaggio più vicino, dove si
prende cura di lui e della sua malattia e fa
in modo che abbia tutto ciò di cui ha bisogno:
vestiti, medicine e cibo. Grazie alla
compassione e alla gentilezza amorevole la
vita di quest’uomo è salva. Così, amici, se
vedete qualcuno le cui parole e azioni non
sono gentili e che nel cuore non ha nulla
che possa essere definito gentilezza, date
vita a questo pensiero: ‘Colui, le cui parole
e le cui azioni non sono gentili e che nel
cuore non sembra avere la benché minima
gentilezza, è qualcuno che sta soffrendo
molto. Senza dubbio si sta dirigendo verso
regni di grande sofferenza. A meno che
non incontri un buon amico spirituale non
avrà alcuna possibilità di trasformazione
né potrà raggiungere regni di felicità’.
Pensando in questo modo, riuscirete ad
aprire il vostro cuore all’amore e alla compassione.
Sarete capaci di porre fine alla
vostra rabbia e di aiutare quella persona. Il
saggio dovrebbe praticare in questo modo.
“Cari amici, questo è il quinto modo.
Poniamo che incontriate qualcuno le cui
azioni sono gentili, le cui parole sono gentili
e la cui mente è anch’essa gentile. Se proverete
rabbia o gelosia nei confronti di
quella persona, ma sarete saggi, imparerete
un modo di meditare che porrà fine alla
vostra rabbia.
“Amici, supponete che non lontano dal
villaggio ci sia un bellissimo lago. L’acqua
del lago è limpida e calma, il fondale del lago
è liscio, le rive sono risplendenti d’erba
verde e alberi belli e rigogliosi fanno ombra.
Una persona assetata, sofferente per la
calura, con il corpo coperto di sudore, arriva
al lago, si toglie i vestiti, li lascia sulla
spiaggia, si tuffa e trova grande sollievo e
piacere nel bagnarsi e nel bere quell’acqua
pura. Il caldo, la sete e la sofferenza scompaiono
immediatamente. Allo stesso modo,
amici, quando vedete qualcuno le cui azioni
sono gentili, le cui parole sono gentili e
la cui mente è anch’essa gentile, fate attenzione
a tutta la gentilezza del suo corpo,
delle sue parole e della sua mente e non lasciate
che la rabbia o la gelosia vi travolgano.
Se non sapete come vivere in armonia
con una persona di tale purezza, non potete
essere considerati saggi.
“Miei cari amici, ho condiviso con voi i
cinque modi di porre fine alla rabbia”.
Quando i monaci udirono le parole del
Venerabile Sariputra furono felici di riceverle
e di metterle in pratica.